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DONNE​

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Quando nacqui ebbi attorno a me ben tre donne  formidabili ad occuparsi di me: mia madre Elena, testarda che mi aveva voluto nonostante il consiglio contrario del ginecologo che aveva constatato una mia morte dovuta al ritardo nel  parto; sua sorella, la spavalda e fattiva zia Nina e Donna Corinna la levatrice piccolina dal forte accento romagnolo che sembrava una streghetta buona e cordiale. Mi raccolsero e, poiché ero cianotico, mi immersero ripetutamente, in sequenza, in acqua molto calda ed in acqua molto fredda. Così fino al primo vagito liberatorio. Figurarsi se, nel mio  profondo, non ho mantenuto affetto e gratitudine per queste creature così accoglienti e salvifiche. Dopo la  presentazione al padre, al ginecologo ed al fratello di otto anni, fui circondato con stupore e tenerezza da ben sei sorelle, di varia età, già signorine alcune, altre bambine.

Nel bel palazzo dalle grandi ariose stanze crebbi circondato da queste fantasiose creature che, allegre, volteggiavano come rondini veloci, o, malinconiche, ascoltavano incantate e sognanti canzoni che le innamoravano. Accanto a loro le donne di servizio  facevano un controcanto popolare e fascinoso di antiche culture perse, ma non completamente dimenticate, dalla borghesia.

 In casa arrivavano, oltre ai bambini, anche bambine accompagnate da madri dolci e profumate. Di queste bimbe un po' impettite ne aspiravo i teneri profumi così diversi da quelli dei maschietti un po' olivastri. Di un paio di quelle creature mi innamorai e con una di loro mi 'fidanzai' regalandole un braccialettino.

Crescendo a scuola, nel severo liceo classico, ero in classe di soli maschi ma, per le ore di lingua  straniera, nella fattispecie il francese, già allora un  po' minoritario rispetto all'inglese, ma più elitario, mi trovavo con ragazze belle e fascinose e , naturalmente, profumate.

Con l'università ed i vent'anni arrivarono i primi amori e,genericamente i contatti con le donne non di  famiglia o compagne di scuola.

Quelle che mi attraevano erano belle, eleganti ed un  po' misteriose. Mi affannavo a conquistarle con l'intelligenza ed il distacco. Era un atteggiamento che le conquistava, sempre. Ebbi dei flirt dolci e raffinati: ricordo ancora Anna che viveva nel mito americano  portato dalla lettura di Cesare Pavese, che era anche un mio mito, ed era un' ottima cantante jazz. Con lei  frequentavo bistrots e caffè nei quali spesso, improvvisando, cantava per me canzoni alla Billy Holliday che deliziavano me e gli astanti. Venne poi Margot raffinata ed un po' estenuata nobildonna con la quale, dopo un periodo di viaggi e quotidianità di  fidanzati, avrei dovuto sposarmi ma, pur giungendo a due passi dall'altare, non me la sentii di legarmi con un vincolo serio ed, allora,indissolubile. Fu il più riuscito tentativo di crearmi una famiglia. Da allora rinunciai definitivamente al matrimonio per dedicarmi totalmente alla pittura, alla Magia e, almeno nei  primi tempi, ad una passione per una donna intensa, misteriosa, bugiarda, che mi teneva incatenato e che mi portò, certamente a sua insaputa, ad approfondire i miei talenti attraverso un rapporto bruciante ed angelico che prendeva tutto il mio essere. Non durò che un anno ma segnò la mia vita all'alba dei trent'anni. Finì la tormenta lasciandomi adulto e  pieno di nuove idee, deciso comunque a non cadere  più nella ricerca di un matrimonio. Attorno a me e ad un mio amico da sempre, anche lui deciso a non  formare una famiglia tradizionale, si accorparono donne libere e uomini speciali con i quali si ricreava, ed ancora si ricrea, una solidarietà ed una affettuosità tra varie generazioni senza alcuna forma di obbligo. Iniziava, con il '68, la ricerca di una maggiore considerazione della diversità, in primis la donna. Così frequentai le prime femministe, audaci e irridenti, con la loro aggressiva voglia di farsi valere, e con loro cercai di ricrearmi valutazioni e giudizi verso ogni  forma di diversità, etnica, religiosa o sessuale. Erano i tempi in cui la rivoluzione da sociale si spostava sul  privato e noi ci tuffavamo in questo magma ribollente con generosità ed entusiasmo. Non ebbi, però, con le  femministe, relazioni sentimentali; prima di tutto, mediamente non erano attraenti e poi non erano interessate a quei livelli. C'erano però altre donne più tradizionali belle e 'profumate' che ci facevano corona.

Agli uomini che svettavano nei cieli delle  professioni, della spiritualità o delle arti, si affiancavano, infatti, con tenerezza, con l' impagabile fantasia e con la loro splendente bellezza, donne anche esse attratte dalla unicità del vivere profondo e creativo, che sapevano trasformare le tempeste maschili in giornate di sole allietato da brezze leggere. Non mancavano, ovviamente, momenti in cui gli equilibri si rompevano, talvolta anche malamente, ma in genere la sinfonia del vivere assieme si ricomponeva per darci forza e vigore.

Oggi che non sono più giovane, mi sorprendo spesso a pensare a quanta importanza abbiano avuto, ed ancora oggi hanno, le Melisse, Elene, Livie, Giulie e Madine, volti cari ed insostituibili di Alessandre e di Caterine che punteggiano il mio cielo, ormai notturno, di stelle.

Concludo  con un mio antico Maestro che, non essendo italiano,mi diceva che nella nostra lingua si  poteva esprimere bene la complementare differenza tra uomini e donne, i primi, diceva sono FORZA, le seconde sono FORMA. Senza la forma che  plasma e da' un senso alle cose, la forza rimane brutale e sterile e, aggiungeva lui che era nato nell'ottocento, la forma, senza la forza, non esiste e si sperde nel nulla.

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