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Bruno Bellocchi
Indice degli scritti
Il Formaggio
I Viaggi del Cuore
I Santini mai esistiti
I Panorami dell’Anima
Le donne
Una bella estate
Ancora viaggi
La Magia e Me
Una Bella Famiglia
La Primavera
L'Estate
L'Autunno
L'Inverno
La Musica e Me
La Pittura e Me
Vita in Villa
Uomini
Donne
LE DONNE
Sono nato in una grande famiglia, grande per il numero di personaggi e per quantità e qualità di situazioni, spirituali e non, che attorno ad essa si intrecciano. In questa mia famiglia, fatta salva l’indiscussa “dominazione” degli uomini che operavano, per lo più, all’esterno, il tono generale veniva dato dalle donne che ne curavano gusti e tradizioni, volteggiando come libellule tra le grandi e belle stanze del palazzo di abitazione. Le signore, anziane o giovani, le ragazze di casa e le loro ospiti e, indimenticabili, le donne di servizio, davano a tutti, compresi noi maschi, movimento, vitalità e lezioni di vita. Sentivo, curioso com’ero, racconti fantastici e resoconti festosi, accompagnati spesso dagli ammaestramenti che le donne più adulte impartivano alle più giovani. Dicevano che dovevano imparare ad avere tatto ed equilibrio, buon gusto e dignità per affiancare gli uomini differenziandosi, sia pure nell’accezione di complementarietà da essi. Io da subito avevo capito che “noi uomini”, prima dei diritti riconosciuti, avevamo dei doveri difficili e duri che “le nostre donne” avrebbero alleviato avendone, in cambio, rispetto e riconoscenza e di questo ne andavo, e ne vado fiero. A loro mi sono abbandonato, e spesso ancora mi abbandono, con trasporto e confidenza. Così è sempre stato per me con tutte le amate in tutta la gamma di possibilità, che l’amore comporta, sempre accogliendone la diversità e mai confondendo i ruoli. Ne ho incontrate di donne fantastiche, ancora oggi ne incontro qualcuna, gioielli preziosi in un mare di bigiotteria. Nella mia vita, strana e solitaria, di ricercatore silenzioso di Sapienza, le donne, “le mie donne” aleggiano nella memoria leggere, eleganti, pacificatrici, mai volgari, mai saccenti come le femmes savantes, che spesso pontificano inutilezze nei salotti “alti” e meno alti. Sempre affiancate a me nella buona e nella cattiva sorte, ho imparato a specchiarmi nei loro occhi, per vedermi davvero.Dedico dunque a loro, con gratitudine, questo calendario, attraverso le immagini di alcuni ritratti dipinti da me in un lungo arco di vita.
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